Se dopo essere stati riabilitati tramite procedura ufficiali, si incorre di nuovo nel ritardo o nel non pagamento di rate o se si emettono nuovamente assegni irregolari, la Impresa cancellazione protesti Roma diventa molto difficile.
un cattivo pagatore recidivo difficilmente riesce ad ottenere, in sede di tribunale, un nuovo decreto riabilitativo anche se, naturalmente, spetta alla discrezione del giudice la decisione finale. statisticamente, chi ha già avuto e cancellato un protesto, ha poche possibilità di riuscire a farsene cancellare un secondo. il protesto decade sempre nel giro di 5 anni? per legge, sì. tuttavia, vi sono anche delle casistiche particolari che riguardano dei determinati gruppi di persone. difatti, qualora la persona fosse stata inserita nel registro dei protestati già una volta e ci finisca di nuovo, i tempi si allungherebbero e potrebbero arrivare anche a 10 anni.
più volte si finisce nel registro e più difficile diventa essere esclusi dallo stesso. il che è un buon motivo per tenere d’occhio i propri affari finanziari e non finirci del tutto. inoltre, il tempo di riabilitazione del protesto potrebbe allungarsi anche nel caso in cui si ha a che fare con la categoria dei costanti debitori, ovvero di quelle persone che, pur pagando costantemente i propri debiti, ne hanno costantemente di nuovi e quindi, non riuscendo a sbarazzarsene del tutto, vengono inseriti nel registro. la decadenza del protesto, quindi, potrebbe impiegare un tempo di molto variabile, ma nella maggioranza dei casi è comunque pari a 5 anni.
quanto costa cancellare un protesto i costi relativi alla cancellazione del protesto sono variabili. bisogna sin da subito dire che nel caso della decadenza di un protesto non si corre alcun rischio di spesa. difatti, come già accennato in precedenza, il protesto decade automaticamente e senza il bisogno di ulteriori interventi da parte della persona. nel caso in cui si voglia cancellare il protesto prima dei 5 anni, invece, bisogna essere pronti a effettuare delle spese. la spesa più grande è comunque quella destinata all’avvocato, in quanto quest’ultimo dovrà occuparsi di tutte le procedure legislative che presto porteranno alla cancellazione del credito.
inoltre bisogna considerare che in alcuni casi la procedura potrebbe allungarsi in quanto esistono molte casistiche dubbie che bisogna considerare. per esempio, inizialmente il tribunale potrebbe rifiutare la richiesta dell’avvocato e quindi bisognerà intraprendere altre vie legali per ottenere, alla fine dei conti, ciò che si vuole. nella stragrande maggioranza dei casi si tratta comunque di una procedura che richiede molta pazienza, in quanto se il debitore è una persona con dei precedenti, il tribunale potrebbe volentieri rifiutare la sua richiesta. questo aprirebbe, dunque, la strada a numerosi altri problemi e difficoltà che bisogna essere pronti ad affrontare (con le relative spese, che non sono affatto basse) per la tutela dei cittadini, secondo la legge 108/96, se un cattivo pagatore salda tutti i suoi debiti, addizionati della mora, entro un anno dal protesto, va riabilitato. in alcuni casi, però, laddove le rate saltate sono molte e l’ammontare del debito era importante, laddove il pagatore ha negato il rimborso o laddove ci sono, contestualmente, altri reati o intenzionalità, è possibile che il giudice non conceda il decreto, a sua totale discrezionalità.
se il cattivo pagatore è un’azienda che, ad esempio, non ha saldato le fatture dei fornitori o non ha pagato le rate di un mutuo o finanziamento, il procedimento è leggermente diverso. i debitori hanno 5 anni di tempo per richiedere la cancellazione, naturalmente dopo aver saldato tutti i conti, more incluse. anche le aziende devono passare dal tribunale competente ed ottenere il decreto di cancellazione del protesto. questo, se ottenuto, va presentato in camera di commercio, con bollo da 16 euro, ed entro 20 giorni l’azienda sarà cancellata dal registro protesti.
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